Piero Babudro Giornalista Freelance Tecnologie Digitali
Le Interviste MedastarsXII Edizione
Piero Babudro Giornalista Freelance Tecnologie Digitali
Quando Mediastars mi ha contattato per invitarmi a partecipare, in qualità di giurato, alla XII edizione del Premio Tecnico della Pubblicità Italiana, devo confessare di aver apprezzato quello che ho subito ritenuto – e ritengo tuttora – un atto a suo modo coraggioso. Io vengo dal mondo del giornalismo, che – spesso – una contorta interpretazione professionale, vuole nettamente separato dal resto del panorama della comunicazione. Questo mentre si ignora che i progressivi mutamenti all’interno del mondo delle nuove tecnologie, sta portando alla formazione di una nuova figura professionale. Un soggetto ibrido che deve sapersi muovere a proprio agio nel mondo di internet, e che deve esprimere se stesso e la propria professionalità su più piattaforme, all’interno di un contesto sociale e lavorativo profondamente mutato.
Basta fare un salto all’indietro di soli cinque anni per capire di cosa si sta parlando. Intere filiere produttive oggi non potrebbero esserci, senza l’apporto decisivo dei new media.
Forse è stato il coraggio di cui parlavo in apertura che mi ha convinto ad aderire con ancora più convinzione.
L’esperienza è stata molto positiva. Oltre a un confronto intenso e costruttivo con i diversi professionisti coinvolti, ho avuto la fortuna di conoscere due persone eccezionali come Dario Albini e Katia Nesci, con cui tuttora sono in contatto più o meno regolarmente. Ma, al di là dei singoli, quello che mi preme sottolineare è lo spessore professionale di tutti i giurati, scelti tra i diversi ambiti del variegato mondo della comunicazione. Tutte persone che con la loro presenza hanno arricchito il premio, contribuendo a un dibattito che ritengo essere stato per me (ma forse non solo per me) una vera e propria lezione sul campo, fianco a fianco con professionisti che operano da anni nel settore.
Per quanto mi riguarda, ho partecipato alle sezioni Stampa e Corporate, un po’ per affinità professionale, un po’ per passione personale. Ed è stato proprio questo il metro di giudizio cui ho cercato di attenermi. Quando ho espresso le mie preferenze, mi sono sempre sforzato di produrre un giudizio globale, che tenesse conto delle caratteristiche tecniche della campagna, ma che tenesse nella giusta considerazione la capacità comunicativa dei singoli prodotti. Non è sempre stato facile esprimere un giudizio, ma non perché non fosse chiaro il livello qualitativo espresso dal materiale in concorso. Non è sempre facile – o almeno non lo è per me – sintetizzare un giudizio complessivo condensandolo in un numero. Fortunatamente, l’ampio e schietto dibattito che si è venuto a creare tra noi giurati, mi ha aiutato in questo compito. In questo modo i voti sono diventati così la fedele riproduzione di quanto discusso durante le varie sessioni.