Toni Traglia Graphic Designer
Le Interviste Mediastars XII Edizione
Toni Traglia
Graphic Designer
Come designer si sente rappresentato da un associazione in particolare del settore della comunicazione?
Ritengo di essere un progettista che nel mondo della progettazione grafica per la comunicazione visiva fa riferimento a un gruppo di professionisti rappresentati da una associazione di categoria che è l'AIAP. L’Aiap come associazione è molto importante perché vuole rappresentare i grafici professionisti difendendo la progettazione grafica. L’associazione ha una selezione di cui personalmente posso testimoniare, infatti i candidati professionisti sono sottoposti ad una valutazione di ammissione, che ho dovuto compiere anche io, benché aderissi già da alcuni anni all’associazione elvetica dei grafici. Sono gli unici in Italia a lavorare per la tutela dei progettisti grafici che con i propri lavori creano valore aggiunto ai prodotti e alle aziende. Promuovono l'applicazione di un corretto rapporto tra progettisti e committenti nel rispetto dei diritti e dei doveri di entrambi. Vedo anche i limiti di questa associazione e penso che possano essere rappresentati dalla consapevolezza che lo sforzo intellettuale di tutta una tradizione culturale debba avere infine uno sbocco sul mercato. Sensibilizzare maggiormente l'associazione sulla realtà commerciale del nostro lavoro cercando di trovare una dimensione strategica del nostro operato nei confronti di una crescente economia delle idee. In certi settori della comunicazione come il brand e il packaging design, il confronto tra mercato e progettazione è basilare, strategico appunto. E' fondamentale che l'AIAP sappia farsi carico di tutelare i professionisti che con le loro idee diventano protagonisti di questo nuovo sbocco economico.
Quale tipo di formazione ha avuto? Quanto ha influito la sua formazione sul suo percorso professionale?
Ho svolto i miei studi in Svizzera Tedesca alla fine degli anni ottanta, frequentando una scuola impegnativa di graphic design a numero chiuso; ho lavorato molto per ottenere una formazione impostata all’uso dei pennelli, alla manualità, che in seguito ho dovuto abbandonare per dedicarmi alle rappresentazioni grafiche digitali. Da questa scuola di cultura germanica, ho imparato a ragionare la progettazione grafica come un linguaggio semplice e conciso per rappresentare con originalità contenuti sempre pertinenti. Ho lavorato per due anni in Svizzera Francese, in diversi campi dell’adv, ma la mia passione per il graphic design legato all'identità di prodotti e di marca mi ha portato a Milano per conoscere da vicino le migliori realtà operanti in questo settore. Dopo i primi anni di esperienza come art director in varie agenzie dove ho curato diversi progetti su brand come Lanerossi, Marzotto, sono riuscito ad entrare come coordinatore di progetto in Giò Rossi & Associati, una delle maggiori agenzie di packaging design italiane. Questa fu un' opportunità importante per approfondire le mie conoscenze di corporate, packaging design e lavorare su brand leaders con la dovuta attenzione, tenendo conto anche degli obiettivi strategici condizionati dalle esigenze di mercato. Il lavoro in agenzia era impostato per la maggior parte sul restyling dei brand, sugli adattamenti di prodotto, sul disegno dei loghi, del lettering e dei colori di riferimento, sullo studio forma dei contenitori. In seguito ho lavorato in Design Group Italia con Marco Del Corno per prodotti dei supermercati Conad. Negli anni seguenti ho collaborato come freelance con diversi studi fra i più specializzati in brand design, quali Carrè Noir, CB'A, Landor Paris, Coleman Schmidlin Basilea, Talk, RBA Design. GBR, Mastellaro... Ultima esperienza full time con ARD Vevey dove ho progettato e poi coordinato in produzione numerosi progetti per la Nestlé. Unendo le basi della mia formazione all'apporto ricevuto dal confronto con grandi e numerosi maestri, nel mio lavoro ho sempre cercato di creare comunque fascino e emozioni, concentrandomi su concetti creativi sicuri e investendo tantissimo sulla rappresentazione e il trattamento grafico delle soluzioni adottate lavorando insistentemente per visualizzare in maniera notevole un'idea vincente. Questo per garantire ad ogni progetto per qualsiasi esigenza un'immagine valorizzante e premiante. Non ci sono strategie, riflessioni, filosofie per giustificare un risultato grafico non convincente. Oggi il problema è opposto, tante spiegazioni per convincersi della diffusa scarsità progettuale.
Come è percepita la progettazione grafica da parte dell’attuale mercato della comunicazione?
Il graphic design è un settore molto importante per la società moderna visto che siamo confrontati in continuazione con migliaia di opere di progettazione grafica. L'immagine di prodotto e di marca ha subito una diffusa volgarizzazione sui prodotti di larga scala e l'impressione di scarsa progettualità domina gli scafali dei supermercati. Negli ultimi anni però anche in Italia si sta affermando una filosofia tesa a ribadire concetti semplici, a dare maggiore pulizia ai contenuti, dopo un periodo invece caratterizzato da un affollamento di informazioni che appesantiva graficamente le confezioni, creando confusione e disorientamento verso l’utenza finale dei prodotti. Come progettista grafico mi batto per l'affermazione di una valida cultura progettuale. Credo che però generalmente non viene abbastanza riconosciuto il valore del nostro lavoro dal mercato della comunicazione. Per ribadire il nostro ruolo, credo che sia sempre più necessario creare una forte connessione fra i valori dei prodotti e la loro visualizzazione grafica. La mia formazione mi ha abituato a pensare al design come ad uno strumento volto a creare un vantaggio sulla concorrenza. In questa logica una soluzione di design non può essere scadente. Nei miei progetti cerco di privilegiare una coesistenza tra le caratteristiche del prodotto e la soluzione proposta. Credo infatti che sia giusto affrontare i problemi legati alla progettazione grafica con uno spirito di coerenza e di pertinenza. Chiaramente il processo creativo deve considerare il comparto di riferimento e agire all'interno di un corretto posizionamento sul mercato. Invece in generale nel panorama di questo settore non vedo un lavoro così profondo e impegnato, ma vedo invece una specie di leggerezza e superficialità che ci raccontano il prodotto senza delle soluzioni forti, in grado di suscitare vere emozioni. Sono convinto che ogni prodotto abbia la sua anima e la sua realtà come noi stessi del resto, e i designer tramite il loro lavoro possono cercare delle soluzioni che li distinguano superando l’omologazione imperante sul mercato, fatta di prodotti che sembrano tutti uguali.
Quale è secondo Lei l’importanza del Graphic design nella brand identity?
La mia esperienza mi ha fatto capire come un apporto grafico possa essere essenziale per la vita di tanti prodotti, per questo penso che il disegno di un brand debba esprimere la traduzione visiva del vissuto del prodotto. Penso che questo sia un discorso da difendere ad oltranza per ribadire la funzionalità del nostro lavoro. Il problema di omologazione della progettazione e delle merci va risolto partendo dalle merci, creandoli attorno una fisionomia caratteristica nel rispetto della loro personalità.
Nel mio lavoro in definitiva vorrei creare soluzioni coerenti con questa filosofia, creando immagini per i brand utilizzando i giusti pesi e le giuste misure così da esprimere in modo originale soluzioni in linea con le esigenze del prodotto. Vorrei comunicare l’idea che vada difeso un concetto di comunicazione, che ribadisca l’importanza di quello che già esiste all’interno del prodotto, sfruttando così le capacità di analisi e di interpretazione visiva del designer. Sono molto legato a questo tipo di concetti e la mia adesione ad una associazione come l’Aiap lo dimostra. Credo che la missione più difficile sia quella del riconoscimento della propria professionalità, nel senso della categoria di professionisti che fanno di questo mestiere la loro occupazione principale. Farci riconoscere come figure indispensabili per il buon esito della progettazione grafica potrebbe rappresentare un opportunità utile e vantaggiosa per gli operatori del nostro settore ponendoli al di fuori dalle considerazioni legate a figure professionali di tipo operativo come tipografi, stampatori o fotolitista.