Gaetano Grizzanti Univisual
Le interviste Mediastars XII Edizione
Gaetano Grizzanti
Brand Strategic Director Univisual
Nell’ultimo ‘World Business Forum’ ha tenuto diverse conferenze sul branding. Come si legano alla mission di Univisual?
Al World Business Forum, che si è svolto a Milano nello scorso ottobre, ho tenuto due diverse conferenze: una sulla Retail Identity e l’altra sull’importanza del Corporate Branding. Il motivo della mia presenza a questo genere di evento è strettamente legato alla mission di Univisual, la quale si posiziona sul mercato offrendo consulenza di branding per la costruzione dell’identità di imprese e prodotti, analizzando quindi all’origine la strategia di business di una marca.
Il WBF -manifestazione di prestigio dove figuravano tra i relatori personalità note a livello internazionale come Alan Greenspan, Colin Powell, Kevin Roberts- è rivolto al management direzionale delle aziende, e non solo a quello marketing.
Univisual ha fatto parte di questo importante evento perchè crediamo che il branding non sia solo una practice rivolta all’ambito marketing, ma che debba invece coinvolgere il management generale, in una rivoluzione virtuosa intorno al marchio dell’azienda, prima che al prodotto.
La funzione del branding consente un’evoluzione della strategia di business dell’azienda, prima ancora di iniziare una qualsiasi attività di comunicazione. Il branding deve quindi agire sulle fondamenta, coinvolgendo tutta l’azienda, per poi andare a pianificare le attività di comunicazione.
Oggi l’impresa italiana non può più restare ancorata solo sul prodotto, ma deve sviluppare un proprio programma di branding. Anche una piccola impresa può ottenere performance da grande azienda sul mercato globale cercando di veicolare la propria identità di marca, oltre alla propria offerta.
Abbiamo osservato un particolare segno distintivo nei progetti premiati… Qual è l’organizzazione del lavoro della vostra squadra?
In assoluto un lavoro basato sul team-working. E poi cerchiamo sempre di indirizzare lo sforzo creativo dell’agenzia verso un tipo di progettualità che accetti pochi compromessi. La prima regola del branding, inoltre, è concentrarsi sul messaggio primario, e credo che seguire questo ‘comandamento’ consenta di lavorare con efficacia su linee guida molto precise.Penso inoltre che la comunicazione, in qualsiasi forma la si voglia intendere, debba basarsi su un processo espressivo semplice. La semplicità e la linearità sono, a mio parere, elementi fondanti del successo dell’identità di un brand.In Univisual operiamo per il raggiungimento degli obiettivi strategici e di design con un processo sinergico e ben monitorato tra le varie competenze, in una ricerca corale della soluzione da individuare. Tutto il nostro team è coinvolto, nei vari livelli, in un approccio analitico degli aspetti progettuali e creativi imposti dalla specificità del problema da risolvere, cercando di conservare una visione ampia ma lineare rivolta alla ricerca della soluzione direzionale da intraprendere.Devo dire che l’esperienza sviluppata nei diversi anni dedicati all’insegnamento e alla formazione, mi ha portato a dirigere un team di professionisti sotto il segno di una reale e necessaria visione comune. Ogni nostro progetto è infatti il risultato dell’apporto delle diverse risorse che compongono Univisual; considerando le singole competenze teniamo in buon conto ogni interpretazione e suggerimento teso a migliorare il nostro lavoro nelle varie fasi di un intervento.
Lei quale ruolo gioca nel complesso mondo della comunicazione d’impresa? Lavora nella formazione con degli istituti universitari? Aderisce a qualche associazione di settore?
Insegno ormai da vent’anni e mi capita spesso di intervenire con delle conferenze in varie manifestazioni di settore. Attualmente sono docente all’Accademia di Brescia con il corso ‘Estetica della marca’, tengo un ‘Brand Lab’ alla facoltà di Scienze della Comunicazione di Milano Bicocca e insegno ‘Brand Identity’ alla scuola del ‘Castello Sforzesco’. Uso la stessa ‘deformazione professionale’ anche tramite Univisual, divulgando la cultura sul branding nel nostro Paese. Inoltre curo una rubrica fissa, intitolata ‘Brand Identikit’ sul settimanale Mediaforum.
Sono socio Aiap -’Associazione Italiana per la Comunicazione Visiva’- da 16 anni. È l’unica associazione che riunisce direttamente i professionisti grafici, e non le agenzie. Ha il non facile obiettivo di divulgare la cultura del design per la comunicazione in Italia e nel mondo, cercando di fare riconoscere la dignità e la professionalità di chi svolge questo mestiere.
L’AIAP si pone anche come supporto istituzionale per definire le corrette modalità con cui un’azienda o un ente debba cercare i professionisti che possano offrire loro delle soluzioni grafiche di comunicazione, facendosi anche garante della selezione dei progetti.
Fra i primi soci dell’AIAP ci sono grandi nomi, tra gli altri Carboni, Sepo, Carlo Dradi, Boggeri, Pagot, Seneca, Testa, Grignani, Tovaglia, Cremonesi, Fronzoni, Coppola, Castellano, Novarese, Benca. L’associazione è nata nel 1945, si trasforma in Aiap nel 1955 con l'acronimo che è stato poi mantenuto per questioni storiche, che in origine stava a significare Associazione Italiana Artisti Pubblicitari. Le finalità dell'Aiap sono infatti promuovere e qualificare l'evoluzione e l'eccellenza del linguaggio grafico in ambito professionale e didattico.
Ricerca continua, corretto uso della misura tipografica, rigorosità della composizione, consapevolezza e riferimento alla storia della grafica e della tipografia, impegno etico e morale sulla professione, sono patrimonio del corpo associativo e strumenti operativi per rendere sempre più evidente e necessaria la figura del designer della comunicazione attraverso la pratica quotidiana.