Giuseppe Mascitelli
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Ispirazione e produzione creativa. L’ispirazione ci accompagna, e come si dice non dà preavvisi, la produzione spesso conferma le idee e il lavoro di team produce sempre i migliori risultati.
Giuseppe Mascitelli
CEO Filmare Group
Come nasce l'ispirazione, per un creativo di oggi? Dove traiamo la nostra "ispirazione" che ci porta a rivelare ciò che esiste ma è nascosto?
Ispirazione contiene due elementi importanti: uno che è imprevedibile, non si sa quando arriva e non dà segni premonitori, arriva e tutta la storia si completa nella tua testa, ma non è solo frutto del caso o del destino. L’ispirazione va coltivata, va innaffiato il terreno, essere curiosi, avere la consapevolezza che quello che non si sa è più grande di quello che si sa, essere sempre alla ricerca di tante cose, coltivare e annaffiare l’orto, rendere il terreno fertile. Su questo terreno basta quindi un click, un piccolo stimolo o semplicemente la richiesta di un cliente, allora germoglia l’ispirazione.
Come riconoscere la consapevolezza delle proprie competenze nel nostro ambito lavorativo? Come misurarsi con questo aspetto nello svolgimento dell'attività professionale?
La consapevolezza è un tema chiave nell’epoca che stiamo vivendo perché è anche uno degli elementi più rari che possiamo incontrare nella vita quotidiana, perché molte cose che facciamo, sia professionalmente che nella vita privata, non ci vedono esseri consapevoli; facciamo delle scelte e non sappiamo perché le facciamo. Viviamo molto l’attimo... Mai come in questo momento il cittadino consumatore è stato così infedele rispetto al suo brand e anche al suo credo politico. Questo deriva dall’avere abbandonato alcuni elementi fondamentali che poi portano alla consapevolezza. Se dovessi scegliere tra le tante cose che alimentano la consapevolezza, la prima è la storia. Un popolo, una civiltà, se dimentica la storia non riesce a capirne i fenomeni, anche se niente si ripresenta allo stesso modo. La storia non serve come vademecum per quello che succederà domani, ma serve per alimentare la consapevolezza di ciò che siamo stati e di ciò che siamo. La seconda cosa importante è la consapevolezza di specie: non siamo l’unica specie su questo pianeta, siamo uno dei tanti elementi che esistono insieme ad altri, come i minerali, etc. Siamo su questo pianeta come specie da più di due milioni e mezzo di anni e non sappiamo niente di noi, ma siamo convinti che l’ultimo fenomeno che appare sul mercato, i social, i testimonial, gli influencer possano cambiare completamente due milioni e mezzo di anni di percorso evolutivo: non è possibile. Riappropriarci di ciò che siamo, ci può dare molto aiuto per affrontare il futuro.
Nel nostro mondo condiviso non ci si può più permettere di agire da soli. Con chi costruire alleanze per rispondere alle esigenze del mercato di oggi?
Le alleanze oggi hanno un ruolo fondamentale: in particolare noi siamo un popolo poco avvezzo alle alleanze e le falliamo quasi sempre, quindi non è una domanda facile per un italiano! Quello di cui sono certo, avendo un po’ studiato Napoleone è che: uno contro tutti si perde…Vincono sempre tutti, che si abbia torto o ragione, non cambia. Personalmente mi sono convertito tardi alle alleanze e sono convinto che sarà una chiave non tanto di successo ma di sopravvivenza. Noi sopravviveremo come gruppo se riusciremo nei prossimi anni a coltivare le giuste alleanze. Alleanza dal punto di vista tecnologico con strutture ad esempio che hanno il materiale, non si può vivere di solo software e abbiamo stretto alleanza con collaboratori che rappresentano l’eccellenza in questo campo. Alleanze poi più strategiche, per fare insieme delle produzioni che richiedono non solo creatività, ma una grande organizzazione. Con queste alleanze, se funzioneranno, potremo affrontare sia il mercato interno che internazionale.