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Giorgio Ghisolfi Regista di Cinema d'Animazione
Le Interviste Mediastars XII Edizione

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Giorgio Ghisolfi
Regista di Cinema d'Animazione

Quale è il suo impegno nella settore della comunicazione? Lavora nella formazione con degli istituti universitari? Quanto pensa che sia importante il concetto di lavoro di squadra? Le è capitato di immedesimarsi nella figura del coach?

Personalmente ho al mio attivo numerose collaborazioni e attività di docenza, tengo corsi presso la facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università dell’Insubria di Como e Varese, e insegno cinema di animazione all’Istituto Europeo di Design di Milano. Mi capita anche di partecipare a conferenze tematiche sull’animazione nell'ambito di eventi culturali, concorsi o festivals. Credo che sia importante saper fare comunicazione, sia come docente che come professionista. Occorre saper stimolare i collaboratori o gli studenti a fare squadra. Ogni volta che mi è possibile coinvolgo i miei studenti ed ex studenti in progetti anche personali, calandomi per certi versi nella figura del coach, che definirei a metà tra l’allenatore e l’istruttore. Istruttore perchè fornisce all'allievo importanti nozioni tecniche e allenatore perchè lo accompagna sotto la sua tutela verso l'obbiettivo finale. In sostanza è necessario trasmettere nozione, emozione e motivazione.

Aderisce a qualche associazione di settore? Quanto si sente partecipe della loro iniziative?

Sono socio dell’Asifa, l’Associazione Italiana Film d’Animazione. Fondata nel 1982, questa associazione raggruppa i professionisti dell’animazione italiana. I soci sono tutti autori, individui, mentre le società sono raggruppate in consorzi privati. Si tratta di un’associazione culturale che purtroppo soffre dei mali cronici tipici di questi enti: scarse finanze. Per quanto posso cerco di dare il mio contributo e di partecipare agli eventi che con indiscusso merito organizzano ogni anno, come, ad esempio, il convegno “Arte e Animazione” di Torino. E' senz'altro un appuntamento importante per fare il punto sullo sviluppo dell'arte dell'animazione in Italia.

Cosa pensa del binomio arte-comunicazione?

Sicuramente nel cinema si sposano bene, e nel caso del cartone animato ancora di più, perchè la componente figurativa permette di esplorare una estetica senza limiti. Credo che anche a livello di marketing e mercato arte e comunicazione vadano di pari passo. Nel ventesimo secolo il commercio si è impossessato di tutte le forme d’arte. Da un lato dunque l’arte si è mercificata ma dall'altro ha beneficiato di una maggiore diffusione, di una riduzione delle censure, ha dato agli artisti una maggiore visibilità. In questo panorama l’animazione ha vissuto alti e bassi: una crisi al cinema negli anni 80, una crisi nell'ambito delle pubblicità televisive negli anni '90, oggi finalmente anche grazie al Web trova nuovi stimoli, nuovi sviluppi, una nuova primavera.

Parliamo adesso di alcune sue esperienze professionali recenti..

In questo ultimo anno ho realizzato parecchi progetti, tra cui due sigle per eventi, alcuni spot, ma quello più coraggioso, impegnativo e ambizioso è stato quello in collaborazione con Rumblefish; si tratta di un cortometraggio di sette minuti e mezzo, per la campagna sociale Benetton 2008, dal titolo “Birimà Son of Africa”. Il video tratta del microcredito, una forma di finanziamento etico per sostenere le popolazioni africane. Benetton è il mecenate che ha lanciato l’iniziativa e il film racconta come è possibile per un piccolo lavoratore africano costruire e sviluppare una attività in proprio senza abbandonare la sua terra. Sappiamo come ancora oggi lo spettro dell’emigrazione affligga le popolazioni dell’Africa.

Quali sono le caratteristiche di questo cartoon?

E’ stato scelto di produrre un filmato in animazione, perché l’animazione possiede un linguaggio che oltrepassa le barriere linguistiche e ben si accosta ad un pubblico in gran parte analfabeta. Più direttamente, il soggetto tratta del valore della parola data. In un mondo in cui non esistono documenti scritti, è importante ribadire l’impegno della parola data, per sottolineare un comportamento etico importante anche per noi occidentali. Abbiamo realizzato un’animazione piuttosto ricca e molto curata, lavorando per circa tre mesi, con un’equipe formata complessivamente da circa trenta persone. Come regista e sceneggiatore insieme a Roberto Cavalli ho seguito tutte le varie fasi di lavorazione. La colonna sonora è stata realizzata da Youssou Ndour, famoso cantante senegalese, che è anche il testimonial dell’operazione. Con soddisfazione posso dire che alla visione del film ha detto di essersi emozionato.
In Senegal la comunità extraurbana è organizzata in villaggi, all’interno dei quali sono presenti diversi tipi di artigiani. Nella nostra storia un meccanico si trova a dover chiudere l’attività e prendere in considerazione l'idea di emigrare. Egli non sa leggere ma un bambino di nome Birimà viene in suo soccorso illustrandogli il contenuto di un manifesto, che per l'appunto parla del Micro Credito. E' dunque un ragazzino, incarnazione del futuro, l'eroe positivo della storia, e non è un caso che porti il nome dell' eroe nazionale senegalese, il mitico Re Birima, “l'uomo che aveva una sola parola”.

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Ultimo aggiornamento:
1 agosto 2022
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