Intervento di Enrico Gasperini
Atti della Tavola Rotonda del 26 Maggio 2010
Comunicazione = informazione, intrattenimento, creatività
Pasquale Diaferia Creative Chairman Special Team, moderatore dell’incontro:
“Coinvolgerei ora Enrico Gasperini per approfondire la grande realtà di internet: il web. Parliamo di numeri, qual è l’attuale situazione che connota il comparto web?”
Enrico Gasperini Presidente Audiweb:
“Direi fatta di luci e ombre. Ci si aspetterebbe che un Paese in crisi come il nostro si operasse velocemente per attuare delle riforme, per accelerare e migliorare, avere quindi una rapida reazione, cogliendo l’innovazione. Questo sta succedendo per i consumi, ma non per le scelte di investimento. Nei consumi, la rete è l’unico mezzo che cresce nella nostra “dieta mediatica”. Cresce tra i consumatori fino a 55 anni. Nella globalità, cioè dagli 11 ai 74 anni, abbiamo poco meno di 25 milioni di utenti che utilizzano la rete durante l’anno. I social network si stanno rivelando i driver più importanti, al pari dei pc piccoli - come li chiamo io - che con la chiavetta permettono di connettersi a Facebook in qualsiasi momento. Fino ai 55 anni, l’utilizzo di internet è molto diffuso; dopo i 55 abbiamo il nulla; nel senso che si passa dall’80% al 20%, in un taglio netto generazionale, e pensare che la maggior parte di manager e politici stanno in questa fascia d’età! Una riflessione è d’obbligo.
Un altro driver fondamentale di innovazione è la telefonia cellulare. La crescita di accesso a internet da parte dell’utenza degli smartphone è molto importante. Non è ancora chiaro cosa succederà in futuro, ma per ora ci sono ottime potenzialità.
Le ombre risiedono nel fatto che gli investimenti crescono, è vero, e si tratta di un +10%. È un mercato, insomma, che resta comunque piccolo. Siamo circa 1/8 a confronto dell’Inghilterra. Il commercio elettronico in Italia vale poco meno di 1/10 della media europea. Si tende a difendere i comparti classici a svantaggio dell’innovazione. Bisogna avere il coraggio di provare, di buttarsi, di fare investimenti nuovi e di dare spazio ai giovani creativi. Il processo è oggi molto più lento di quanto invece sarebbe auspicabile.”
Pasquale Diaferia Creative Chairman Special Team, moderatore dell’incontro:
“La comunicazione etica, con questo tipo di approccio, fa da chiusura del cerchio. L’anticonsumismo si supera, l’arretratezza tecnologica del paese si spera di recuperarla, questo tipo di approccio resta fondamentale e non dovrebbe essere solo proprio del mercato etico ma di tutti gli altri mercati.
Con il secondo giro di domande, torno a Enrico Gasperini perché da quel che ho sentito mi sembra di capire che ci sono diverse piattaforme e diversi modi di comunicare in questo panorama di discipline e attività, giocato su media vecchi e nuovi. Cosa succede nella filiera delle agenzie? Le web agencies non esistono più solo come tali. L’unconventional è attuato anche dalle grandi multinazionali. Riprendo la dichiarazione di un grande direttore creativo che qualche mese fa ha detto che “ormai gli skill creativi provengono non solo dalle filiere delle agenzie, ma anche dai social network”. Quali cambiamenti rintracci?”
Enrico Gasperini - Presidente Audiweb:
“Ci sono diverse tecnologie e diversi driver. Il problema più grosso risiede nel fatto che la più grande concessionaria del mondo è costituita da un gruppo di ingegneri che ha inventato un motore di ricerca. Inoltre, il più grande venditore di contenuti - la più grossa edicola - sta diventando una società che prima ha inventato il Macintosh e poi l’iPhone. Alla base di questi successi, c’è una grande capacità di creare e di investire in tecnologia; questo vale per tutti e vale anche per le agenzie. La migliore agenzia al mondo nel prossimo futuro avrà metà personale composto da sviluppatori di software. Qualsiasi agenzia, comunque, se non avrà al suo interno un valido gruppo di ingegneri software, sarà destinata a morire, perché non sarà in grado di costruire quegli strumenti che il consumatore vuole usare. Faccio un altro esempio se un utente lo fai divertire e basta, certamente va bene per l’engagement, ma dopo poco vorrà vedere il prodotto e per farlo c’è bisogno di tecnologia, di software e, naturalmente, di investimenti. Aggiungo anche che vedo saltare anche le specializzazioni. Se fosse così per ogni progetto ci vorrebbe qualcuno che crea investimenti e banner, qualcun altro che si occupa di below the line, l’agenzia PR, l’agenzia creativa, l’agenzia specializzata in social network, un’altra che pensa alla tecnologia: sfido chiunque a coordinare tutte queste persone e a tirarne fuori un progetto bello, serio, lineare. Il consumatore vuole vedere un progetto solo intorno a sé. Da una miriade di realtà specializzate si approderà a un’unica agenzia. Largo dunque ai giovani e agli investimenti in tecnologia.”