Paola Piovesana
“Parole, parole parole…” che Mina sarebbe diventata una delle mie cantanti preferite l’ho sentito presto nella mia anima, che una delle sue canzoni sarebbe diventata il leit motiv della mia professione (ma anche del privato) l’ho scoperto col tempo. E il tempo me ne sta dando conferma.
Nasco geneticamente chiacchierona, nel senso buono però, cioè spigliata e interessata a conoscere e a confrontarmi con gli altri, decido di studiare per fare l’avvocato (dove la dote oratoria ha indubbiamente il suo peso, oltre alla preparazione accademica) e invece finisco nel mondo dell’editoria, prima come redattore di testi giuridici poi come giornalista, mestiere fatto di tanta gavetta che insegna comunque molto a qualunque livello lo si svolga.
E lì la mia verve loquace si è trovata a suo agio, imparando comunque a distinguere stili e registri e l’arte della dose. Ho imparato che la parola è versatile, interessante, curiosa ma anche complessa, misteriosa all’occorrenza e a tratti persino pericolosa. Che si può essere brillanti o banali, opportuni o inappropriati, simpatici e antipatici, freddi o empatici, si può far ridere, indispettire, emozionare, sorprendere, deludere, tutto con una sola parola. Con Mediastars continuo ad occuparmi di parole (ma anche di immagini) nel patinato mondo dell’adv osservando da un backstage qualificato e privilegiato come Creativi e Comunicatori professionisti – piccoli o grandi – facciano ogni giorno della parola una strategia oltre che un’arte seducente.
Oggi parlo un po’ di meno mentre osservo e ascolto un po’ di più, e continuo ad amare molto Mina.
