Loris Meloni
Emotional Branding: i cinque sensi
Oggi la sfida per il brand è provocare emozioni in ognuno di noi con un coinvolgimento a 360 gradi
Loris Meloni
Direttore Creativo Canali&Co
Quanto è importante valorizzare le nostre sensibilità per essere ricordati? Come sviluppare il sesto senso, la scintilla che accende le passioni e attira gli interessi in comunicazione? Il fattore umano in comunicazione dove può portarci?
Sempre più spesso si sente parlare di marketing esperienziale e ci sono marchi che utilizzano questo strumento da anni, pensiamo a Singapore Airlines che ha una linea di profumo specifica per le sue hostess. Sempre più marchi lavorano sui concept store per permettere al consumatore di farsi avvolgere dal prodotto, facendo leva sulle sentimenti irrazionali del target. In agenzia abbiamo prodotto dei test portando il neuro marketing nei centri commerciali, proprio per svelare la parte emotiva del nostro target: cosa lo rilassa? Cosa lo incuriosisce? Cosa lo distrae? Questa è la nuova frontiera della comunicazione per i brand.
Come utilizzare la tecnologia per offrire una comunicazione più completa? Quanto il fattore umano riuscirà a guidare questo cambiamento integrando i rapporti in carne ed ossa con quelli virtuali? Qual è il destino dell’ADV classico in questo senso?
La tecnologia è un supporto che non può sostituire il fattore umano. Vediamo sempre più stesso che i brand si avvalgono di influencer sul web e fanno vivere il loro mondo tramite la tecnologia: nuovi contenuti che si traducono in nuovi stimoli. A volte clienti e agenzie purtroppo non sfruttano in maniera opportuna i social e il web, perché non ne conoscono le più intrinseche caratteristiche.
Quanto è importante oggi estendere la propria immagine su diversi settori? Quali sono i casi di successo più eclatanti? Come ridurre il rischio di perdere valore in questa delicata operazione?
Si sente spesso parlare di brand extension, sempre meno spesso si sente parlare di brand value. Una azienda deve sapere quali sono i propri valori, prima di rischiare di confondere le idee del target o rischiare di perdere il lavoro fatto in precedenza per consolidare il brand.