Elena Cottignoli
Il viaggio del Messaggio: Dal brief in poi il messaggio vive diversi processi creativi che fanno in modo che una volta arrivato a destinazione, il viaggio non si fermi...
Elena Cottignoli
Direttore Creativo di copiaincolla
Quale metodo deve perseguire il professionista per sviluppare un contenuto di valore che arrivi al destinatario del messaggio e che da lì riparta per prendere nuova vita?
No, non abbiamo un metodo; e sì, ce l'abbiamo. Non è una contraddizione, ma la constatazione che non si può e non si deve affrontare il progetto comunicativo di un cliente nello stesso modo in cui si è affrontato per un altro. Il nostro approccio è sempre lo stesso: ricordare che ogni brand ha una propria specificità, una propria storia, un proprio carattere, una propria anima, che bisogna cogliere appieno per riuscire a colpire nel segno.
Non si devono dimenticare le variabili personali e motivazionali che identificano ciascun cliente, così da poter sentire il marchio come lo sente l’azienda, così da ragionare con lo sguardo dell’utente finale e capirne le reali aspettative. In breve, avere a mente che il cliente, prima di tutto, è un individuo.
Oggi in quale misura siamo disposti a seguire il content marketing di marca? I social favorendo la condivisione sono il canale ideale per ingaggiare l’utente?
Se per content marketing si intendono le definizioni da “manuale delle giovani marmotte”, è bene ricordare che nella comunicazione, così come nella vita, non esistono regole universali ed è necessario procedere sempre con estrema prudenza.
La possibilità di sfruttare le potenzialità offerte dai social è da considerarsi un vantaggio, ma anche un ingranaggio; un ingranaggio che, preso da solo, non porta a nulla ma che, incorporato agli altri, fa realmente funzionare il meccanismo comunicativo. Come noi di copiaincolla, differenti raggi di una stessa ruota.
Infine è fondamentale tenere presente che se i contenuti non sono di qualità, poco importa quali siano i mezzi utilizzati per raggiungere il consumatore finale.
Quali sono gli errori da non commettere in comunicazione?
Gli errori da non commettere sono potenzialmente infiniti. Ogni giorno basta un attimo, una disattenzione, un’inavvertenza, un equivoco, per prendere un abbaglio. Conosciamo bene i rischi del mestiere, ma siamo convinti che il primo pensiero non debba mai essere la paura di sbagliare, ma che ci si debba concentrare a fare del proprio meglio per riuscire a fare la differenza.
In primo luogo bisogna saper ascoltare, poiché ignorare il cliente e le sue richieste è un puro atto di presunzione. Noi alla presunzione preferiamo l’umiltà e l’onestà. Non per stilare una lista di accademici valori, ma perché fare promesse che non è possibile mantenere è un altro burrone in cui è facile sprofondare; così noi scegliamo di restare con i piedi per terra, puntando sempre al massimo.
Tornando in parte alla seconda domanda, nella varietà di canali che si propongono come alternative, è importante rammentare che ognuno di essi non determina il messaggio, ma determina il pubblico, anzi, un pubblico. Come un certo tipo di pentola è più adatto a uno scopo piuttosto che a un altro, così anche i mezzi comunicativi hanno una propria funzione specifica. In comune tra loro hanno il fatto di essere il raccordo tra il pubblico e il messaggio. Pretendere, dunque, di rivolgersi e di essere capiti da tutti allo stesso tempo è un errore da cui ci teniamo alla larga.