ENTRARICERCA

Floriana Pucci
Il rapporto fra Creatività e Comunicazione. Non c’è Creatività senza Formazione

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Floriana Pucci
Docente Responsabile Pubbliche Relazioni
Istituto Italiano Design Perugia

Si può diventare creativi? Qual è l’importanza di una valida formazione per approdare a una professione nel mondo della comunicazione?

Si può diventare creativi, certamente! La creatività deve essere opportunamente coltivata, incanalata e compresa, come la maggior parte delle facoltà umane. In questo crediamo fortemente che la formazione svolga un ruolo cruciale fornendo stimoli, scintille e soprattutto educando i ragazzi all’individuazione di percorsi entro i quali esprimere il proprio potenziale creativo. La formazione è una tessera importantissima nella vita di un creativo e di tutti coloro che desiderano professionalizzarsi nel mondo della comunicazione. L’essenziale è comprendere che la formazione è valida nella misura in cui non si limita a fornire nozioni, ma si incentra sulla trasmissione di un metodo, educa alla comprensione della realtà e allena all’elaborazione di risposte e soluzioni del tutto personali. In poche parole crediamo, che soprattutto per un creativo è vitale ricevere una formazione di impronta maieutica, finalizzata alla scoperta della propria vocazione interna, solo così potrà farsi interprete di nuovi slanci e generare l’innovazione, che ci aspettiamo venga prodotta da questa categoria professionale.

Il panorama dell’offerta didattica in Italia è oggi particolarmente ampio. Cosa vi distingue e vi caratterizza nella rosa degli enti di formazione specializzata presenti sul mercato? I vostri Docenti seguono un metodo particolare?

La nostra offerta didattica si articola lungo due direttrici: l’impiego di un metodo congiunto di teoria e pratica e il riferimento costante allo scenario attuale. Per quanto concerne il primo aspetto ci avvaliamo di un metodo didattico misto, che coniuga alle lezioni frontali di impronta teorica esperienze progettuali molto intense permettendo agli studenti, sin dal primo anno, di confrontarsi con l’operatività progettuale dialogando con concetti come metodo, studio, analisi, ricerca, progettazione, prototipi, fattibilità e realizzazione. Forniamo agli studenti un ampio spettro di discipline con cui confrontarsi: dalla fotografia, allo studio dei materiali, passando per il marketing, l’antropologia dell’oggetto, le tecniche di prospettiva, e via dicendo ; il tutto con l’intento di dotarli degli strumenti e delle cognizioni che vengono poi raffinate e calibrate attraverso l’esperienza di progetto. Questa fase è centrale nel nostro metodo poiché è percepita non tanto come tappa finale, quanto come luogo di ulteriore apprendimento dove lo studente impara ad utilizzare intenzionalmente tecniche, codici e materiali per esprimere la propria creatività.

Altro aspetto importante della nostra formazione è il suo essere calata nello scenario di riferimento. Rientra nella nostra filosofia di lavoro collaborare con aziende, enti e istituzioni per la realizzazione di progetti, eventi ed iniziative che coinvolgono direttamente gli studenti fornendo loro un panorama chiaro e ampio delle esigenze del mercato, del gusto e della sensibilità corrente preparandoli così a fornire risposte adeguate e ad anticipare le tendenze future.
Per portare avanti questo tipo di approccio didattico è per noi fondamentale fare riferimento ad un corpo docenti preparato e qualificato, costituito da professionisti più che da accademici, soggetti che operano nel mercato della comunicazione e che sono in grado di trasferire agli studenti le problematiche e le potenzialità reali di questo mondo.

Qual è la storia che caratterizza la vostra scuola? Quando è nata? Qual è stata la filosofia ispiratrice o la personalità che ha guidato la fondazione?

L’Istituto Italiano design nasce da una grande passione: quella per il design e la cultura del progetto ancora oggi cifra distintiva della creatività italiana. Tutto è iniziato nel 1999 con l’idea di coniugare “sapere e fare” comprensibile anche nel nostro logo: l’intelligenza umana (raffigurata dalla sfera) che incontra l’operatività (raffigurata dalla piramide). Molti i personaggi, i designer e i creativi che hanno rappresentato un punto di riferimento ideale a cui tendere e a cui ispirarsi, un pensiero illuminante su tutti è stato quello di Gillo Dorfles. La sua riflessione sul design come luogo di incontro tra coscienza progettuale, estetica, spirito e moda di un tempo è ancora oggi il tracciato a cui fare riferimento nella formazione dei giovani professionisti.

Come vedete il settore della comunicazione e della creatività nel prossimo futuro? Quali sono le figure professionali più richieste oggi dal mercato del lavoro? Con che facilità i vostri studenti trovano collocazione al termine del percorso di studi?

Crediamo che creatività e comunicazione rappresentino dei settori in forte crescita, investiti da una serie di cambiamenti radicali, che puntano alla forte innovazione dei ruoli e soprattutto alla contaminazione tra la dimensione creativa e altri settori professionali, all’ibridazione tra forme e competenze comunicative diverse. L’orizzonte a cui puntiamo a nostro avviso sarà caratterizzato da una crescita esponenziale della richiesta di competenze creative, un dato testimoniato ad oggi dal diffondersi della cultura dei makers e dalla mutazione “virale” che la comunicazione in genere sta subendo.

La domanda che arriva dal mercato è rivolta all’individuazione di figure sempre più ibride e al tempo stesso competenti, creativi e comunicativi a cui si chiede soprattutto di innestare percorsi di innovazione su realtà già esistenti. E’ il caso della contaminazione tra artigianato e design, che sta via via generando nuove forme di imprenditorialità, ma anche della fusione tra web e social marketing che da vita alla moltiplicazione delle piattaforme e degli strumenti. Ci attende un futuro sempre più ibrido e polivalente, per questo pensiamo che sia opportuno garantire oggi, ai professionisti del domani, una formazione plurima e fortemente esperienziale, coltivando in loro soprattutto il talento di generare connessioni, stabilire ponti di contatto tra codici apparentemente inconciliabili.

La maggior parte dei nostri studenti ad un anno dal completamento del percorso di studi è inserita nel mondo nel lavoro, è da specificare che è ampio anche lo spettro delle formule previste per questo inserimento. Molti di loro operano come liberi professionisti implementando una rete di contatti con realtà economiche, che era stata avviata durante gli anni di formazione, altri invece collaborano in forma stabile con imprese nazionali o anche estere.

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Ultimo aggiornamento:
1 agosto 2022
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