Alessandro Orlandi
Direttore Creativo Fishouse
Che cos’è per Lei, oggi, la comunicazione pubblicitaria e come sta cambiando?
La comunicazione è il tramite con cui ogni azienda si fa conoscere e riconoscere, ma è anche un modo di costruire valore legato ad un marchio.
L’evoluzione della pubblicità in questo periodo, più che ai creativi in sé e a chi fa comunicazione, è stata fortemente legata all’evoluzione tecnologica dei nuovi media: basti pensare a internet, ma anche alla telefonia mobile o alla tv interattiva, e proprio grazie a questi nuovi veicoli, al modo in cui vengono utilizzati, il “fare comunicazione” si evolve, si allarga, si amplifica, diventa cross-mediale, trasversale. E questo non sempre in maniera proficua per le aziende, perché visibilità non significa inevitabilmente riconoscibilità (e qui entrano in gioco più direttamente i creativi), ma sicuramente in modo sempre più efficace, capillare e ogni tanto anche originale.
Come vivete questi cambiamenti?
Fishouse vive un po’ sopra le righe di questi processi evolutivi: E’ un’azienda mutevole, pratica, flessibile, curiosa, il cui obiettivo è proporre consulenza creativa in senso più ampio, indipendentemente dal media in cui si muove la comunicazione del cliente, in modo consapevole e professionale, non indicando una strada ma percorrendola insieme al cliente.
Pensiamo che nel settore internet, a livello strettamente operativo, sia in atto, da un po’ di tempo ormai, un processo di mutazione che sta coinvolgendo e trasformando le webagency ‘tradizionali’. Per esigenza o per propensione naturale, rimarranno solo due tipologie di società operanti nel settore: le ‘catene di montaggio’ di siti internet e le new media communication agency.
Le prime, figlie delle grandi corporate della new economy, saranno costrette a sviluppare una logica più orientata alla produzione e magari agli applicativi, guardando più ai numeri del bilancio che alla qualità creativa prodotta; dalla loro avranno sicuramente un background più solido in termini informatici e tecnologici.
Le seconde, le ‘new media communication agency’ saranno, invece, realtà più elastiche, con una forte propensione consulenziale e più legate agli aspetti della comunicazione creativa; utilizzeranno al massimo le potenzialità delle tecnologie disponibili di volta in volta e la creatività dei componenti del team, avvalendosi dei professionisti più validi a seconda delle esigenze dei clienti.
Che si richiede ad un creativo in questo settore? Quali i rischi e le sfide?
Creatività in ambito comunicazionale, ora come sempre, significa credere in quel che si fa, essere innamorati tutti i giorni di ciò che si costruisce insieme ai propri clienti, con tutti i rischi che questo comporta.
Ad un creativo oggi si chiede di fare il proprio mestiere con passione, competenza, curiosità, cura, personalità, ricercatezza ed originalità, cercando le contaminazioni, resistendo alle tentazioni modaiole e a volte cedendovi.
La creatività, il processo creativo, il design, la fantasia, non finiscono sul bordo del foglio, né si esauriscono con l’inchiostro della penna e nemmeno spegnendo il computer, ma non è detto che per essere creativi siano necessari un foglio una penna o un computer. Non è nemmeno necessario essere dei geni o degli ‘illuminati’, a volte significa semplicemente fare 1+1, altre volte occorre maggior impegno, ma si ottiene più soddisfazione... una volta si diceva che la creatività è 90% traspirazione e 10% ispirazione...
I rischi che i creativi affrontano sono gli stessi, da sempre e per tutti: autocompiacimento e ripetitività. La sfida più interessante rimane sempre quella proposta dal cliente.
Parecchi dei vostri lavori hanno ottenuto riconoscimenti: vogliamo parlare del sito Boula Burton?
Il progetto Boula Burton nasce dall’esigenza di diffondere la componente di Logo Design della Zanon & Partners.
Abbiamo realizzato quindi un vero e proprio di progetto di campagna on line, cercando di sfruttare al massimo il fenomeno del viral per la diffusione del brand, il tutto in veste assolutamente divertente e assai poco classica o istituzionale. La chiave di volta è stata la scelta del soggetto della campagna, che è ricaduta sulla nostra mascotte, Boula Burton: da qui siamo partiti e abbiamo deciso di raccontare la sua avventura professionale nelle vesti di cane - art director.
Il concept è ironico ed irriverente e verte su un gioco di parole: in un mondo in cui gli Art Director lavorano da cani, il primo cane che lavora da Art Director.
È un progetto che esplicita ed integra perfettamente le potenzialità di Fishouse: concept ironico, espresso utilizzando audio e video in modo appropriato, semplice ed accattivante (odio questa parola).
Il progetto ha avuto parecchi riconoscimenti, oltre essere stato giudicato il miglior sito promozionale dal Mediastar: ad esempio citiamo il Flashforward 2005, nel quale ha vinto la categoria video.
Che cos’è oggi Fishouse?
Fishouse è il compendio di tutte le esperienze professionali e personali dei componenti del team.
Divertendoci, realizziamo e coordiniamo internamente ogni cosa: dalle riprese video agli scatti fotografici, le selezioni musicali, l’architettura e la struttura del progetto, lo storyboard, il graphic design, tutto nel rispetto della corporate identity di ogni singolo cliente.
Fishouse è un progetto che è nato, vive e prolifera in rete, ma segue assolutamente le regole della comunicazione tradizionale. Sicuramente ci differenzia e ci distingue l’originalità dei nostri prodotti che, d’altro canto, sono il risultato della passione, della competenza e dell’affidabilità con cui ci tuffiamo in ogni progetto che per noi è sempre una nuova sfida.
Che cosa caratterizza il vostro modo di lavorare?
Esiste una antica maledizione cinese da recitare al proprio nemico: mi auguro che i tuoi sogni si avverino…
Fishouse è una sorta di sogno che si avvera ma di cui non si ha il controllo fino in fondo, è una sorta di allucinazione consapevole, autoindotta e contagiosa, che nasce per volontà o incoscienza (non è dato a sapere…) di Alessandro Orlandi: bizzarro e spettinato spezino architettofilo, dai trascorsi danzerecci, il quale lungo il tragitto di questo viaggio terreno e trascendentale è riuscito, grazie all’entusiasmo e la passione che lo contraddistinguono, a contagiare e risucchiare nel vortice di queste speranze parecchie persone (a volte consumandole), coinvolgendo molti insospettabili seri professionisti di ogni settore della comunicazione, piegando volontà di persone all’apparenza innocue o inconsapevoli.
Nella realtà terrena dei fatti Fishouse è un’agenzia flessibile che si adatta con personalità alle esigenze di progetto, coinvolgendo di volta in volta i professionisti di settore più indicati, senza incasellarli.
Non per niente il motto di Fishouse è ‘no roles, no rules’.
Quali sono i vostri progetti, immediati e lontani? e i vostri sogni?
Un sogno in quanto tale è contemporaneamente sia vicino che lontano, a volte basta aprire un cassetto, altre volte devi volare con la fantasia o con l’aereo, o lasciarti semplicemente trasportare, non importa…
Più determinanti sono gli obiettivi, e la realizzazione di questi: averne concretizzati alcuni significativi è un primo passo importante per un’azienda giovane come la nostra, per continuare a proporci sul mercato con lo stesso entusiasmo che ci ha contraddistinto finora, dimostrando che in ogni caso: si può fare!
Questa è la sfida, il sogno e l’obiettivo che ci proponiamo indipendentemente ma parallelamente alle evoluzioni che coinvolgono il mondo della tecnologia e della comunicazione.
Concludiamo con un augurio al mondo della comunicazione...
Per il futuro auguro che il mondo della comunicazione di non mi costringa a rispondere per iscritto ad un sacco di domande difficili come queste, e soprattutto mi auguro che chi legge le risposte, se le leggerà attentamente, non ci creda fino in fondo…