Sergio Coppola
Comunicazione e Design Studio Coppola Designer
Come sta cambiando la comunicazione pubblicitaria?
La società è in grande mutamento ed è ovvio che anche la pubblicità si adegui ai nuovi valori ed utilizzi gli strumenti che sono disponibili. Tutto è più rapido per l'utilizzo della fotografia digitale, dei computers e di internet che invia in tutto il mondo rapidamente ogni cosa, finalmente ora perfettamente funzionante, come sempre avremmo voluto. Purtroppo è una caratteristica della nostra società: premiare "l'innovazione" che non sempre risulta qualitativamente adeguata ai veri bisogni dell'uomo. Faccio un esempio citando una situazione ben nota in arte. L'artista che ha tagliato la tela con un cutter in senso di "rifiuto" ad adattarsi alle dinamiche dell'arte, che più non lo soddisfava, ha fatto la sua fortuna. Il mondo intero ha accolto le sue opere (tele tagliate) in mostre e musei. Il valore è saltato alle stelle e l'artista è diventato una macchina da riproduzione molto renumerativa. Questo fenomeno è tipico e si riflette in molte delle attività che interessano la creatività in pubblicità. Mi spiego meglio. Il progresso importante della tecnologia (area tecnica) non risulta rapportabile al progresso della parte concettuale del messaggio pubblicitario e degli aspetti creativi. Purtroppo la gente rimane incantata sempre più spesso da una pubblicità che a mio parere non meriterebbe la pubblicazione perché ingannevole , poco chiara o eticamente scorretta. Apparteniamo alla società dei consumi ed il "sistema" esige a volte un "linguaggio" non sempre accettabile. Parlando con un amico che stimo molto, ho scoperto che è possibile lavorare e fare profitto, salvaguardando i veri valori dell'uomo. Di cosa si occupa? Di energia rinnovabile ed attività ad impatto zero. Quando in pubblicità riusciremo ad essere sensibili ad argomenti di questo tipo e penseremo al nostro futuro, finalmente potremo dire di aver raggiunto un importante obiettivo. Poco spazio quindi ad inutili effetti da prestigiatore e più attenzione a ciò che conta, ma queste soluzioni dovranno corrispondere a prodotti migliori, tutti ad impatto zero.
Che cos’è, oggi, la comunicazione Corporate?
E' un modo di comunicare necessario per rendere riconoscibile la propria attività nell'affollato, variegato e talvolta confuso mondo della comunicazione. Qualsiasi azione di comunicazione deve rispondere ad un criterio di uniformità formale che ha lo scopo di rafforzare la propria immagine e determinare la propria identità operativa: da uno qualsiasi dei "tasselli" utilizzati per la comunicazione deve, in qualche modo, emergere "la filosofia aziendale" o riferimenti utili a definire la propria identità.
Come è cambiata o sta cambiando?
Non sono cambiate le modalità, è piuttosto un problema di relatività: vale a dire che, essendoci troppo di tutto, risulta più difficile far emergere il proprio messaggio.
I ‘tempi’ poi sono estremamente ridotti perché il ciclo di vita dei prodotti, anche e soprattutto dei beni durevoli e semidurevoli, è molto più breve.
Inoltre l’atteggiamento del consumatore è ormai disincantato, poco attento, e questo comporta la necessità di utilizzare un linguaggio sempre più coinvolgente e diretto, non sempre facilmente realizzabile.
Le tecniche utilizzate toccano quindi i tasti dell'emotività individuale e, sempre più, l'etica diventa un optional e si infrangono le corrette regole del gioco: si passa dal linguaggio subliminale alla millantazione e, volendo, l'elenco potrebbe diventare infinito.
Di fatto credo che sia necessario ristabilire le regole del gioco sulla base dei nuovi bisogni: c’è bisogno di un linguaggio chiaro, espressivo ed eticamente corretto perché, sempre più, il consumatore vuole aderire a soluzioni di sviluppo consapevole.
Sono i trend sociali ad influenzare la comunicazione ed i suoi mezzi o è il contrario?
Tutto si evolve seguendo il trend del sociale, con cambiamenti rapidi: i mass media sono sempre più al centro della comunicazione e, a mio parere, sono dei veri e propri acceleratori sociali.
La forte competitività dei mercati incide sempre più sul cambiamento della nostra cultura. I fenomeni trasgressivi, che trovano facile presa per la loro diversità, diventano poi modelli da seguire, anche per il decrescente livello culturale delle masse, che non sempre hanno capacità di analisi e di critica.
Questa forma perversa tuttavia non sempre va vista in maniera negativa perché, in qualche modo, offrendo un quadro più ampio delle conoscenze induce alla riflessione e stimola comportamenti selettivi.
In questo scenario fortemente evolutivo, la rivoluzione informatica ha influenzato massicciamente le dinamiche della comunicazione: la buona funzionalità della telefonia e delle reti informatiche ha supportato i cambiamenti, rendendo possibile fenomeni impensabili fino a pochi anni addietro.
Quale di questi cambiamenti influenza maggiormente il vostro lavoro?
Siamo stati tra i primi a lavorare nella logica innovatrice che ha consentito l'affermazione all'azienda che utilizza il sistema olonico-virtuale. La stella marina per trasferirsi utilizza una miriade di piedini microscopici ognuno dei quali, in totale autonomia, risponde in maniera assolutamente funzionale al fine dello spostamento. Questo concetto sembrerebbe astratto ma ha consentito alle imprese più aggiornate di lavorare al meglio, dettando un modello di sviluppo sempre più utilizzato.
L'azienda che utilizza il sistema olonico-virtuale produce non per il magazzino ma per rispondere alle richieste del mercato con tempi ridottissimi. In Giappone esistono pasticcerie che forniscono torte personalizzate, in tempo reale: schiaccio alcuni pulsanti per definire dimensione, forma, farciture, rivestimenti, decorazioni. La macchina produce la torta così come desiderata, immediatamente ed a costi competitivi.
In questo contesto, che ruolo ha la creatività?
La creatività viene spesso immaginata come un modo differente ed innovativo di presentare qualcosa. Invece in realtà è molto più concettuale e profonda. Possiamo essere creativi quando non utilizziamo percorsi canonici predisposti oppure quando preferiamo il "pensiero laterale" piuttosto di quello "sillogistico".
Nel progresso delle nostre attività non utilizziamo di conseguenza percorsi piramidali (verifica di ogni scalino per salire lo scalino successivo), bensì preferiamo percorsi liberi senza vincoli a scalini di alcun tipo.