Edoardo Morelli
Small is the new big: uno spunto di riflessione di tendenza nell'attuale mondo della comunicazione.
Edoardo Morelli
Titolare ColHub
Francesca Bartoli
Strategist ColHub
Piccolo è il nuovo grande. Come interpretare questa nuova valenza messa in risalto da Seth Godin, scrittore di successo e guru del marketing?
Nel nostro caso specifico molte unità piccole vanno a comporne una molto più strutturata.
Dal lato lavorativo troviamo sempre più spesso piccole aziende che, seppur con le difficoltà del caso, cercano di vedere il mondo in grande. Non si fanno scoraggiare e cercano nelle nuove tecnologie e strategie la via per emergere. Spesso anche da piccole organizzazioni è possibile tirare fuori grandi idee e non sempre ciò che si può realizzare con bassi costi deve considerarsi cheap. Così come non sempre le grandi realtà sono all'altezza delle aspettative.
La riduzione dei budget può portare all’ottimizzazione della strategia di comunicazione delle grandi aziende?
La risposta è tanto semplice quanto banale: deve!
La ristrettezza dei budget deve portare a una spesa consapevole. Deve portare chi investe in comunicazione a sapere cosa sta comprando. Le vacche grasse del passato hanno portato alcune agenzie ad approfittare dell'ignoranza delle persone riuscendo a vendere progetti mediocri a prezzi esorbitanti. Sono nati talmente tanti "artisti" da non sapere da che parte girarsi.
Le aziende hanno bisogno prima di tutto di consulenti. Persone fidate che sappiano cosa far comprare ai propri clienti. Si devono sviluppare rapporti che siano prima di tutto di partnership e solo in ultimo fornitore-cliente.
Deve prendere valore la strategia prima della tecnica diretta. Puoi ideare una bellissima campagna ma devi poter consigliare al cliente il modo in cui sfruttarla. Puoi fare un sito perfetto ma devi mettere il cliente in condizione di trarne profitto: succede troppo poco spesso.
Come le aziende seguono la tendenza dell’attenzione al singolo, al mercato one to one, ai social network per distinguersi nella comunicazione attuale?
La questione è generazionale e geolocalizzata, per usare un termine tutto moderno.
Le nostre zone ospitano un settore industriale datato e molto radicato nella tradizione: mi sono fatto da solo, te chi sei?
Ci sono però delle mosche bianche che si affacciano al mondo dei social e del web in generale. Riescono a intuirne il valore, per una comunicazione mirata e diversificata.
Troppo spesso però agenzie e freelance si limitano a fornire i supporti e non la conoscenza. I clienti più evoluti spesso possiedono ottimi siti e pagine social super ottimizzate e ben configurate. Un solo peccato: non sanno cosa farne. Pensano che per il solo fatto di esserci debba succedere qualche oscura magia per cui iniziare a guadagnare.
Tirando le somme, la media e piccola impresa tende a ignorare molte delle micro potenzialità, pochi professionisti investono del tempo nell'istruire. Il risultato è che la classe imprenditoriale non investe perché non conosce il prodotto, il linguaggio e le strategie da adottare nell'attuale contesto, in cui il consumatore si sente parte attiva e critica grazie ai mezzi a disposizione per ricevere e diffondere informazioni.