Giuseppe Alviggi
Small is the new big: uno spunto di riflessione di tendenza nell'attuale mondo della comunicazione.
Giuseppe Alviggi
Communication Manager Studio Stratego
Piccolo è il nuovo grande. Come interpretare questa nuova valenza messa in risalto da Seth Godin, scrittore di successo e guru del marketing?
Nell’era del digitale e delle relazioni l’unica scelta possibile è produrre contenuti di qualità, meglio se rivolti ad un target ben definito, una nicchia da coltivare nel tempo mantenendo standard elevati. Anche per questo motivo la rete può definirsi “meritocratica”, in quanto premia chi realizza prodotti di qualità, alimentando il passaparola degli utenti e incrementando il traffico su siti web e pagine social. Al contrario, autoreferenzialità ed un racconto superficiale del “brand” possono diventare un boomerang e portare addirittura ad una crisi aziendale innescata dai consumatori/utenti social insoddisfatti.
“Piccolo è il nuovo grande” è vero anche per quanto concerne le realtà che operano nel marketing e nella comunicazione: una struttura snella ed elastica con risorse eclettiche, capaci cioè di non svolgere il semplice compitino ma di approcciarsi al cliente come consulenti con visione strategica a 360° è la chiave per sviluppare il business e garantire risultati ai clienti. Per fare ciò, l’integrazione delle competenze è determinante così come la definizione di un’idea vincente in fase di brainstorming.
La riduzione dei budget può portare all’ottimizzazione della strategia di comunicazione delle grandi aziende?
Con un budget risicato si riducono anche le possibilità di commettere errori nello sviluppo del messaggio e nella scelta dei mezzi. Disporre di una cifra limitata per l’advertising tradizionale (spot in tv, campagne affissioni, banner sui siti web, pagine sui giornali, redazionali a pagamento) ci suggerisce di puntare sui mezzi alternativi, i social media su tutti. Un contenuto accattivante può diventare virale ed incrementare la riconoscibilità del brand. Anche in caso di riduzione del budget, è determinante la fase di programmazione e pianificazione delle attività di comunicazione.
Come le aziende seguono la tendenza dell’attenzione al singolo, al mercato one to one, ai social network per distinguersi nella comunicazione attuale?
Benvenuti nell’era dell’ascolto! Da un’epoca in cui le attività di marketing e comunicazione sembravano calate dall’alto trasmettendo un’immagine distante e fredda del brand, si è passati ad un nuovo approccio orientato al consumatore. Non a caso, oggi si parla di “prosumer” per evidenziare il ruolo attivo dell’utente, divenuto appunto “produttore – consumatore”. Per questo, chi si occupa di comunicazione per un grande brand deve prestare molta attenzione al feedback degli utenti della rete che fornisce spunti utili ed interessanti. Inoltre, come spiegavo all’inizio, una scelta vincente può essere quella di fidelizzarsi una nicchia di utenti attraverso la creazione di approfondimenti e aggiornamenti specifici (testuali e video). Per me “confronto” è sinonimo di “opportunità”.