Simona Cristina Nardone
Qual è in Comunicazione il rapporto fra Creatività, Tecnologia e Formazione
Simona Cristina Nardone
Ceo Co Founder
Naoke Promotion
Come si rapportano oggi creatività e comunicazione?
La capacità di comunicare è per l’uomo, come per ogni essere vivente, la condizione indispensabile del suo essere al mondo, della sua sopravvivenza. Con l’avvento del web 2.0 siamo di fronte a una nuova era. Ho avuto modo di studiare e di lavorare con la comunicazione televisiva, quella politica e, ora, quella musicale. Oggi, è l’interazione tra web e utente che vince su tutto; nel mio caso quella tra dj e fan, è la ratio. Il mondo virtuale riesce a rompere le distanze. Siamo di fronte a una rivoluzione. Nessuno è più ricettore passivo della cultura del consumo di massa. I giovani della nuova generazione fanno ricerche, leggono, analizzano. I giovani di oggi hanno fame d’interazione. Questo è il read Write web.
Tutti per esempio possono diventare reporter. Basta avere un telefonino dotato di fotocamera e con youtube tutto il mondo può conoscerci. Molto spesso, però, non ci rendiamo conto di questa potenzialità. La creatività muove ogni cosa: il comunicare qualcosa in modo diverso e mai scontato.
Tutto è marketing e, dunque, tutto è comunicazione. Occorre solo capirne la strategia e i singoli meccanismi, il resto viene da sé.
Come la tecnica e Tecnologia aiutano la creatività?
Nel mio caso c’è la musica, che ha il sopravvento, ma l’artista deve saperla esternare e comunicare con tutti i mezzi in modo mirato, corretto e soprattutto mai scontato. Basta un’immagine o un video. Pensiamo al dj producer Bob Sinclar, per esempio. Lo definisco un genio del marketing. La sua immagine è comunicazione. Si è posizionato perfettamente nel mercato e ne ha capito i meccanismi. Dunque, ha vinto. Così come ha fatto l’italianissimo Cristian Marchi. Il suo motto “House victim” è ormai status of mind per moltissimi giovani.
Un tempo si vendevano dischi. Oggi, si fa tutto su internet o quasi. Cito per esempio un Contest da me di recente lanciato per l’India dal tema “una foto sulla musica e la pace nel mondo”. Il vincitore ha vinto il backstage con i famosissimi produttori internazionali Nari&Milani e il loro motto Blast, beat, GO! è Hashtag di culto su twitter in più parti del mondo.
La mia intenzione è quella di dare segnali sociali forti, di comunicare in questo modo i veri valori imprescindibili della vita. In un mondo frenetico e in continuo cambiamento non dobbiamo mai dimenticare i valori.
Si può diventare creativi? Quale è l’importanza della Formazione?
Ho fatto diverse esperienze e posso dire di avere un background molto variegato. In Italia, purtroppo c’è molta ignoranza e si legge poco. C’è ancora una sorta di provincialismo che frena una vera e genuina crescita culturale.
Secondo me si nasce creativi, però sono fondamentali le conoscenze. Ho fatto un master in marketing e comunicazione, ho lavorato in televisione come ufficio stampa e alla camera dei deputati, ma ho comunque studiato le nozioni di marketing e di comunicazione. Ovvio, lo studio è qualcosa di imprescindibile perché non si può improvvisare nulla; ma l’estro creativo è tipico dell’artista e io mi ritengo tale perché mi definisco una designer della Comunicazione.
Statene certi, nel mondo della comunicazione e della creatività c’è selezione naturale. Se uno è incompetente salta subito! In caso contrario, conquista la folla. Il sillogismo “creatività + comunicazione = rivoluzione” è perfetto. Come diceva Andy Warhol: “Nel futuro ognuno sarà famoso per quindici minuti”.
Come legare creatività a business in una Visione Strategica di agenzia-azienda?
Nel mercato della comunicazione odierno vince chi sa garantire regia e creatività efficace. Per stupire occorre la proiezione dei desideri futuri; occorre capire dove si sta andando e perché. Il frasario del marketing e della comunicazione commerciale è ricco di metafore militari - missione, strategia, target, campagna, … - occorre però sempre confrontarsi con le condizioni e le opportunità del momento senza perdere tempo e centrando la mira. La pubblicità fornisce indizi sullo stato d’animo prevalente, nel luogo e nel tempo in cui compare. A maggior ragione, la pubblicità diventa una sorta di radar in grado di darci le coordinate.
Alla crisi economica deve corrispondere una sorta di austerità creativa, portatrice di idee nuove.
Occupandomi sia di below the line sia di above the line, mi rendo conto che ormai è l’idea nuova, sperimentale, che fa la differenza. Il modo di esternarla, quindi la comunicazione, è il suo coronamento. È fondamentale segmentizzare il mercato e analizzarlo, fare uno strategic planner e lanciare il messaggio. Il creativo è un artista e oggi vince chi riesce a lanciare il claim che colpisce folla. Occorre essere folli, perché le persone che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo sono coloro che lo cambiano davvero.