Karim Bartoletti
L'intrattenimento in comunicazione per un coinvolgimento unico
Karim Bartoletti
Partner & Executive Producer
Filmmaster Productions
Quale engagement in comunicazione riesce, oggi, a gratificare a pieno l’individuo e a prolungare la sua attenzione nei confronti del brand, prodotto o servizio senza dispersività?
Il gioco, il sorriso e il sogno quali potenzialità hanno a livello comunicativo?
Per sfruttare a pieno le tecniche di engagement tratteggiate - sorriso, gioco e sogno, tutte e tre valide - penso che, oggi, in comunicazione ciò che serva è una reale presa di coscienza da parte dei grandi brand aziendali del cambiamento in atto e delle sue potenzialità. I brand, infatti, che non avranno paura di pensare alla propria comunicazione in maniera “diversa” e quelli che riusciranno a cancellare il “line” che demarca l’ATL ed il BTL saranno quelli che avranno una marcia in più. In comunicazione, poi, questo cambiamento avrà e sta avendo forti ripercussioni sul mestiere dei creativi che porta a un ripensamento delle strategie consolidate.
Stiamo assistendo a un aumento dei canali media, che crea un’insicurezza di fondo nelle aziende e nelle società creative che li gestiscono, invece di re-invigorirle, ma entrare in una mentalità in cui questi canali sono tutti gerarchicamente allo stesso livello - nessuno è meglio o peggio dell’altro - porterà le aziende e, di conseguenza le loro agenzie, a pensarli in maniera creativa, giusta, specifica e precisa. Inoltre, con la fame di contenuti che esiste al giorno d’oggi, possiamo elaborare l’engagement in maniera consapevole e non casuale, quindi pensare a un brand secondo tutte le sue possibili iterazioni tanto quanto secondo le iterazioni dell’idea creativa e strategica legata a quest’ultimo. Il modo di intrattenere può, oggi, percorre “nuove strade” - oltre alle tradizionali - che vedano un’ottimizzazione delle peculiarità degli strumenti comunicativi “non tradizionali”.
In questo scenario, per alcuni brand, i giovani dettano legge, sia come ricettori della comunicazione sia come a loro volta comunicatori. I brand, infatti, non solo devono “dire” ma sono portati a loro volta, ad “ascoltare” ciò che viene detto di loro in qualsiasi momento su piattaforme differenti. Viviamo in un mondo in cui siamo sempre più connessi e sempre più circondanti da “posti dove si vedono cose”. Se aggiungiamo a quest’evoluzione della comunicazione anche la democratizzazione della tecnologia produttiva (vedi l’espansione della tecnologia digitale) ci ritroviamo in un mondo in cui i fruitori possono essere anche produttori. I creatori di engagement non sono, quindi, più solo i creativi classici, perché non è più “classico” il flusso con il quale ci arrivano le cose che vediamo.
È per tale ragione che è importante per i brand sperimentare con forza attraverso nuovi linguaggi e nuove modalità tanto quanto attraverso nuovi talenti e nuove tecnologie. Tutto questo non potrà che rendere, indipendentemente dal budget, il lavoro dei creativi più divertente, più interessante e sempre in continua evoluzione.