ENTRARICERCA

Titti Fabiani
Direttore Creativo B Communication e Marino

Senza titolo

Quale è la sua opinione sulla comunicazione pubblicitaria, in generale?

La crisi generale determina un abbassamento del livello della comunicazione. Solo le grandi marche internazionali comunicano con un certo respiro. E anche lì, spesso con grandi campagne ma destinate solo a spingere estemporaneamente le vendite (vedi telefonini). La comunicazione nazionale poi è tragicamente orientata alla promozione. Ovviamente la televisione come mezzo ha la meglio, mentre la stampa boccheggia.

Cosa è la creatività ?

Oggi c’è un grande uso della “trovata”, perché cercare l’impatto, farsi vedere nella marmellata della comunicazione è ovviamente indispensabile. A volte questa strada porta a risultati memorabili. Più spesso si tratta di un fuoco di paglia, che non sedimenta nella testa del consumatore. Cercare strade non battute, pensare lateralmente, è comunque sempre stato indispensabile, e lo è ancor più oggi.

Potrebbe parlarci delle campagna Zoppas?

Il marchio Zoppas è nostro cliente da diversi anni. Con un budget piccino, purtroppo, che ha sostituito il nostro cliente Electrolux quando, globalizzando, Electrolux ha deciso di spargerela sua comunicazione da Londra per tutta l’Europa. Zoppas è nazionale. Occorreva un messaggio che la posizionasse come valore stabile in un mondo in continuo cambiamento. Così abbiamo inventato questa famiglia allargata, questa tavola informale, aperta come testimonianza della fluidità di costumi, in cui i valori veri, la Zoppas, rimangono invariati. E’ stato entusiasmante il casting, curato da Silvia Koelliker e lo shooting con Holger Eckstein.

E il backstage Giotto?

Il backstage è un sorriso laterale alla produzione. Schiaccia l’occhio a chi sa cos’è produrre. Meraviglia chi, come una rete commerciale, non ne ha pratica. Nel backstage Giotto, Lorenzo Betti van der Noot si è compiaciuto di giochi e trucchetti del mestiere, che però rendono più magico e divertente il tutto. Purtroppo sarà difficile che in tempo di crisi si pratichi ancora questo nobile sport.

Potrebbe riassumerci la filosofia dell’agenzia?

In B Communications siamo soliti dire che vogliamo che le nostre campagne siano amate e riviste con la gioia con cui si riascolta una canzone. Questa filosofia, che rispetta il consumatore, ma lo tocca emotivamente e quindi lo seduce, ha sempre pagato. Ne sono testimonianza i successi di Bauli, di Duracell, di Totip, del vecchio Cleo. E’ una strategia che costruisce un’immagine antropomorfica del prodotto e un legame forte e soprattutto stabile tra lui e il consumatore. E’una strategia vincente.

MediaForm

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1 agosto 2022
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